sabato 25 dicembre 2010

MERRY XMAS

Coldplay - Christmas Lights

domenica 19 dicembre 2010

Yume no Naka e



Sigla finale di Le situazione di lui e lei, davvero carina! Mi sono dimenticata di segnalarla prima. :D

sabato 18 dicembre 2010

No country for old men

No country for old men - Non è un paese per vecchi
di Ethan Coen, Joel Coen.
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Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald, Garret Dillahunt, Tess Harper.


Llewelyn Moss ( Josh Brolin ), cacciando nel deserto, trova un camioncino carico di eroina circondato da cadaveri. Hanno sparato persino al cane. In mezzo a quella carneficina c'è anche una valigetta con 2 milioni di dollari. Llewelyn è una persona semplice e onesta ma quel denaro farebbe gola a chiunque. Lo porta a casa, dando il via a una reazione a catena che neppure il disilluso sceriffo Bell ( Tommy Lee Jones ) può riuscire ad arginare. Moss deve fuggire, in particolare, dalle attenzioni di un sanguinario e misterioso inseguitore ( Bardem IMMENSO ).

Commentuzzo....
Film complesso, dove ogni inquadratura, ogni battuta è fondamentale alla comprensione della storia non tanto a livello di trama quanto di messaggio. Regia perfetta, interpretazioni magistrali ( Bardem IMMENSO e inquietante... :unsure: ), dialoghi perfetti e ritmo lentamente-incalzante, nel senso che, pur non essendoci quasi mai momenti di frenetica azione ( e grazie a Dio!! ), la tensione è palpabile e presente per tutta la pellicola, strisciante e insidiosa....

Bell è un uomo consapevole dei rischi che corre, sa che c'è la possibilità di perdere la vita, ma non si capacita di rischiare tutto per qualcosa che non riesce a comprendere. Si può comprendere lo sguardo di Chigur mentre strangola il poliziotto con tutta la sua forza? Sembra posseduto, completamente concentrato nella missione, incurante della sua stessa sofferenza come se il suo corpo fosse solo uno strumento, poi si ristora i polsi martoriati e se ne va, semplicemente... cammina su questa terra come se niente fosse, sicuro di se e della fiducia del prossimo. Fiducia o inconsapevolezza? Chigur riesce ad appoggiare la bomboletta sulla fronte dell'uomo a cui ruba la macchina ( e poi di nuovo la fiducia sarà sempre dalla sua parte, con l'uomo col furgone e i ragazzi alla fine ) e immediatamente c'è lo stacco su Llewelyn che cerca una preda da colpire col mirino, sta scegliendo chi morirà mentre gli animali inconsapevoli del pericolo pascolano tranquillamente e un'ombra si avvicina...
E già a questo punto l'Oscar alla regia è guadagnato! 

Se Chigur è la personificazione del male, è cinico, freddo, invulnerabile... Moss e Bell lo sono dell'umanità, che lotta ma ha paura ed è spesso indifesa e molto ingenua di fronte alla vita.
La scena dell'inseguimento di Llewelyn è perfetta metafora della sua condizine umana: da cacciatore diviene animale braccato alle prime luci dell'alba ( l'inseguimento col pick up mi ha ricordato la cattura dei cavalli de Gli Spostati di Huston ) e quello in realtà è solo l'inizio della sua fuga, anche se non ne è consapevole. Bell ha proprio la consapevolezza che manca a Llewelyn, ha visto troppe cose che non riesce a comprendere o che forse è troppo vecchio per continuare ad accettare, è troppo vecchio per continaure a sperare che le cose cambieranno... il cerchio infatti si chiude perfettamente con il colloquio con il padre, che gli fa capire come non solo le cose a cambiare ma solo la tua prospettiva.

Il tema del "ritirarsi" è presente varie volte in diverse accezioni... per Llewelyn è rappresentata dai soldi, dalla possibilità di svoltare e cambiare vita; per Bell è una fuga da quel mondo che lo spaventa, in cui non crede più, è un ritirarsi prima che sia troppo tardi.
Llewelyn crede ancora di potercela fare... la stessa speranza che lo rende tanto tosto e ingegnoso davanti al pericolo immediato, di contro lo rende anche pericolosamente ingenuo quando crede di essere al sicuro, sia quando torna dal messicano nel mezzo della notte con l'acqua, sia quando abbassa la guardia e parla con la donna nella piscina.. La fiducia e l'inconsapevolezza sono quelle piccole umane debolezze che lo rendono vulnerabile e che NON sono presenti in Chigur che riesce a vincere persino il caso che lo punisce proprio nel momento in cui è rispettoso della legge. Lui non può morire in quanto entità maligna, un giorno Anton morirà ma questo non importa perchè Chigur, il male, non muore e continua a camminare per le nostre strade mentre noi siamo fiduciosi e inconsapevoli e speriamo di non incontrarlo....
Poveri illusi!!

Cassandra's dream - Sogni e delitti


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di Woody Allen


Ian e Terry sono due fratelli molto legati: il primo si occupa del ristorante del padre, pur sognando di entrare nel giro degli albergi californiani,m e ama la bella vita e le donne, il secondo fa il meccanico e ha una passione per le corse e il gioco d'azzardo. Quando i due si trovano, per motivi diversi, in ristrettezze economiche si rivolgono al ricco e realizzato zio che però vuole qualcosa in cambio...


Grande Woody, assolutamente sul filone di Match Point, ne prosegue e amplia il discorso anche se lo trovo un filo sotto ( ma MP l'ho visto parecchie volte quindi a onor del vero il giudizio è in stan by ) ma navigo intorno al 7, insomma consigliato!!

** occhio che ci stanno spoiler ** :rolleyes:

L'occasione fa l'uomo ladro e, perchè no, anche assassino... e che succede se la colpa non può essere espiata perchè la passi liscia? Li iniziano i problemi per Terry che è tormentato dai sensi di colpa, nella veglia come nel sonno. Le cose vanno meglio che mai ai due fratelli dopo il fattaccio, come se ammazzare quel tizio fosse la cosa migliore che gli potesse capitare... Nessuno ha visto niente, nessuno ha sentito niente ma LORO sanno, Terry sa cosa ha fatto e non ricevere una punizione lo fa impazzire. E' un pò come avere la certezza che non c'è una vera giustizia al mondo ( i continui richiami all'esistena di Dio, al bisogno di sapere che c'è una potenza regolatrice, che c'è qualcuno che possa mettere ordine al caos umano ), se lui può passarla liscia allora tutti possono, la sicurezza è mera utopia...
E la madre che rimprovera Terry di "non avere coscienza", al contrario del fratello!! :lol:
Premetto che gli dedicherò ovviamente altre visioni ma per il momento non lo trovo al livello di Match Point ( che però ho visto già tre/quattro volte, è ingiusto paragonarli adesso ) in cui il personaggio di Meyers erà già un pò il sunto perfetto dei due fratelli Blaine... è anche vero che non posso non notare il ponte che lega i due film, si prosegue il discorso iniziato in Match Point sull'incredibile ruolo che la fortuna/fato ha nella vita di tutti noi... La fortuna a poker, il continuo dover rimandare l'omicidio di Mr. Burns, l'incontro fortuito con la loro vittima... il film è disseminato di casualità, di fatti di cui noi non abbiamo i lcontrollo.
Alla fine però, per un momento, Allen ci illude che sia anche una questione di scelte giuste e sbagliate...
SPOILER....
quando Ian, sulla barca, spacca la bottiglia e rinuncia al terribile proposito di uccidere il fratello

... ci illude che possiamo avere il controllo e invece no, per quanto si possa anche scegliere la giusta direzione c'è sempre un pizzico di casualità, ma è proprio quel pizzico che fa un'incredibile differenza.


Ps: grandisssimo cast, Farrell è piaciuto anche a me ( che generalmente lo odio ), e grandioso il cameo di Wilkinson, sempre un mito! Doppiaggio osceno... :sick:

In the bedroom

In the Bedroom

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di Todd Field

Con Sissy Spacek, Tom Wilkinson, Marisa Tomei, Nick Stahl, William Mapother.

Trama:
Matt Fowler, medico, e sua moglie Ruth, direttrice di cori, hanno un solo figlio, Frank, che studia Architettura all'università. Nel periodo delle vacanze estive Frank inteccia una storia con Natalie, una donna più grande, separata e con due figli alla disperata ricerca di una figura paterna. Ruth non vede di buon occhio questa relazione e non perde occasione per farlo notare, mentre Matt è molto pià accondiscendente col ragazzo.
Contrario alla relazione è anche Richard, il violento ex marito di Natalie, che un giorno irrompe in casa con una pistola e uccide Frank. Viene arrestato ma liberato dietro cauzione, in attesa del processo. Ruth lo incontra spesso e non sopporta l'idea di vederlo a piede libero.


Tratto dal romanzo "Killings" di Andre Dubus, il film mostra come il dolore e la frustrazione a poco a poco allontanino la coppia, ma forse a farlo sono gli anni di piccole incomprensioni che prima non avevano importanza ma che ora si assemblano come un puzzle, un muro fra loro.
Il punto forte del film, secondo me, è il fatto che lo spettatore è ignaro di moltissime dinamiche della storia, di solito siamo onniscenti, siamo gli unici a sapere realmente come si svolgono le cose, ad avere la visione globale della storia e invece qui non sappiamo niente e questo ci rende difficile giudicare le azioni, come nella vita reale.
Sissy Spacek e Wilkinson assolutamente in parte e, inutile dirlo, all'altezza. Magnifica la fotografia dei paesaggi della costa del Maine.

Commento:

Una famiglia perde un figlio in una terribile tragedia, ma siamo solo all'inizio... oltre a dover affrontare la perdita devono accettare il fatto che l'assassino sia a piede libero. Si scontrano con la legge che dovrebbe tutelarli, rendere loro giustizia e invece sembra farsi beffe del loro dolore. In più lo sciacallaggio dei media, sempre alle costole per carpire un pò della tragedia. ( Quante e quante volte vediamo lo stesso atteggiamento nelle nostre televisioni? -_- )

Assistiamo a due modi diversi e inconciliabili di affrontare il dolore. Il padre tira le fila, tiene il dolore per sè e prova a non lasciarsi andare, a continuare a vivere affrontando la routine. La madre vive ogni fase del suo dolore senza nasconderlo in alcun modo. L'allontanamento dei due è graduale ma palese, non riescono a comunicare, a condividere la sofferenza, ad aiutarsi... fino ad uno scontro verbale inevitabile e durissimo, fatto di accuse pesantissime e rimpianti, ma almeno è un inizio, almeno è un confronto. Almeno si può ricominciare...

SPOILER...
E da qui inizia un secondo film, il piano di vendetta... Matt si trova faccia a faccia con Richard, sotto minaccia di una pistola lo costringe a fare i bagagli. Il piano è che lui scappi dalla città, se ne vada e non ritorni mai più... non possono sopportare un processo e non possono sopportare di vederlo dovunque, quindi meglio che sparisca. La tentazione di premere il grilletto è nell'angolo, è palpabile, il dubbio c'è anche perchè Matt lascia nella casa l'indizio di una fuga in aereo di Richard... ma Matt riesce ad indurre Richard a fare quello che vuole, alla fine sembra convincere anche noi e invece gli spara, lo uccide a sangue freddo. Nasconde il corpo e l'auto con l'aiuto di un amico.
La vendetta è compiuta... ma si può biasimare un padre dilaniato dal dolore?

A questo punto vorrei fare un passo indietro...

Durante la prima deposizione Natalie testimonia di aver solo sentito lo sparo, ma di non aver assistito allo svolgersi dei fatti e Richard, che sostiene di non averlo ucciso a sangue freddo, ma accidentalmente durante una collutazione, ottiene la libertà su cauzione. Lo spettatore si accorge così che nemmeno lui ha assistito allo svolgersi della faccenda, il regista ci fa sentire lo sparo e poi ci mostra il viso spappolato di Frank...
Certo la prima parte del film è già di per sè una condanna, Frank è presentato come un bravo ragazzo, buono, generoso, sarebbe disposto a rinuciare ad un brillante futuro per stare con Natalie e i suoi figli, per proteggerli, mentre Richard è un bifolco violento, irascibile... già una volta ha picchiato Frank e persino il figlio maggiore ha paura di lui, mentre adora il giovane fidanzato della madre. Perchè non dovremmo pensare che Richard vuole solo salvarsi?
E se invece fosse vero...
SPOILER....
La riflessione è d'obbligo, Gandhi diceva "occhio per occhio è il mondo sarà cieco"... Matt si fa giustizia da solo, il suo unico figlio è morto e il responsabile è a piede libero, potrebbe aspettare il processo e vedere accusato Richard a 20 anni di prigione, ma forse non è abbastanza per lui. Non sappiamo se è stato un incidente o no, ma se lo fosse stato cambierebbe qualcosa?
Se Richard ha ucciso a sangue freddo possiamo chiudere un occhio sul gesto di Matt? Per me no.

E' a questo che sta pensando Matt, a letto, appena tornato dopo aver commesso il fatto? Ruth guarda avanti, va a fare il caffè... Matt sta ancora decidendo? Diciamo che la fine mi risulta un pò enigmatica, dovrei rivederlo. :)

Into the wild

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di Sean Penn


Trama:
Ispirato ad una storia vera il film parla di Christopher McCandless, alias ALexander Supertramp, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue cose materiali ( soldi per il college e macchina ) per trovare la vera libertà, immergendosi completamente nella natura selvaggia, nella vera wildernes, fuggendo da una società iperconsumistica che non si accontenta di avere solo ciò che le serve. Senza dare notizie di sè alla famiglia intraprende un viaggio che in due anni lo porterà a visitare moltissimi posti in tutta l'America fino ad arrivare al suo sogno, la sua sfida... L'alaska.


 

Commento breve:

Tornata dal cinema sono ancora in balia dell'emozione quindi alcune cose che scriverò poi, a freddo, potrebbero cambiare, magari più facilmente dopo una seconda visione... un film che sicuramente consiglio, grande storia ( a tratti troppo ruffiana, è vero ma credo che un pò sia il fatto di raccontare una storia vera che "castri" alcune scelte, che le incanali obbligatoriamente verso rappresentazioni positive a tutti i costi o comunque mai di bocciatura completa, per far onore alla memoria e ne risente l'incisività del messaggio del film, che risulta così un pò in bilico... non so se si capisce che intendo... :unsure: ), grande regia e interpretazione, colonna sonora assolutamente perfetta ( ho trovato molti richiami alla tradizione folk americana anche se in chiave più rock ), complementare alla narrazione e che, anzi, avrebbe dovuto avere più spazio sacrificando la narrazione della sorella che non ho apprezzato molto, talmente poetica e ricercata da apparire finta, posticcia... <_<
Non sono nè brava nè coerente a dare i voti, darei un 7/8 che è un voto che uso spesso quando il film mi prende ma ancora non sono sicura di averlo inquadrato...

** commento spoileroso, leggere solo post visione se amate le sorprese ed è pure parecchio incasinato **

Promuovo tutto il racconto on the road con la carrellata di personaggi ottimamente caratterizzati, ben frammentato all'interno del "vero racconto" in Alalska; mentre boccio tutta la parte sulla critica alla famiglia, quasi fosse una giustificazione ( come se una giustificazione servisse!! ), che è resa vana con il parallelo con la famiglia hippie nella stessa situazione,( che però ho apprezzato e anzi gli avrei dato maggiore risalto ), quindi si poteva tagliuzzare ben bene tanti flash back del pre viaggio! ;) E anche il finale con il riavvicinamento dei genitori e la loro "riabilitazione morale" l'ho trovato inutile, tanto vale togliere tutta sta parte per me e focalizzare la storia sul viaggio.

Non lo posso negare, pure io leggendo Thoreau e London mi sognavo la wilderness, la libertà di vivere seguendo il carpe diem e non avere niente da perdere, desiderio che ha sempre cozzato contro il mio lato assolutamente razionale che vede in questi desideri pura utopia perchè la libertà è libertà mentale e non avere niente da perdere è solo la triste realtà che forse non hai niente, punto. Lungi da me quindi ( assoluta parassita pigra metropolitana -_- ) affrontare una sfida del genere, ma non perchè non abbia senso in sè... anzi io, in parte, la frase finale non la condivido perchè non so se c'è qualcosa che è assolutamente vero, assolutamente giusto; certo in parte la condivido perchè estremizzare, in un senso o nell'altro, non ha senso e non è giusto. In pratica avrei preferito che il messaggio si fondesse un pò di più... ma forse non so nemmeno io che cacchio volevo.... 

Persepolis


di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud

Teheran, 1978: Marjane, otto anni, sogna di essere un profeta che salverà il mondo e adoroa Bruce Lee. Educata da genitori molto moderni e particolarmente legata a sua nonna, segue con trepidazione gli avvenimenti che porteranno alla Rivoluzione e provocheranno la caduta dello Scià.
Con l'instaurazione della Repubblica islamica inizia il periodo dei "pasdaran" che controllano i comportamenti e i costumi dei cittadini. La guerra contro l'Iraq provoca bombardamenti, privazioni e la sparizione di parenti. La repressione interna diventa ogni giorno più dura e i genitori di Marjane, preoccupati che possa avere noie con i servizi segreti, visto il suo spirito rivoluzionario, decidono di mandarla a studiare in Austria per proteggerla.
A Vienna, Marjane vive a 14 anni la sua seconda "rivoluzione": l'adolescenza, la libertà, l'amore ma anche l'esilio, la solitudine, la diversità e un dolore che solo il ritorno in patria potrà sanare.


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Adorabile questo ritratto storico/politico/ culturale di una nazione attraverso gli occhi di una donna ( ma tante donne in realtà perchè è sicuramente un ritratto corale ) in tutte le fasi della sua vita; da bambina testarda che vive tutto con passione e slancio, il cui idolo è Bruce Lee :lol: , a adolescente cocciuta che difende le proprie idee con grande dignità e per questo viene mandata a studiare in Austria, in occidente, con il sogno di poter condividere con gli altri la libertà di espressione e di pensiero ma restandone davvero delusa, sentendosi sempre e comunque diversa. Perfettamente lucido il ritrattto dei punkettoni nichilisti. :P :lol:
Torna a casa ancora ragazza ed è a Teheran che diventa donna, che ritrova il coraggio delle idee e la forza di essere se stessa proprio nella nazione che la vorrebbe soffocare.

Personaggi di contorno fantastici, tanto che definirli di contorno è un'eresia... la nonna sopra tutti è strepitosa, ma anche tante altre piccole perle, come moltissimi momenti di ironia pura: la donna che pigia l'uva per fare il vino chiedendo perdono a dio, il professore di arte che studia la Venere di Botticelli coperta :lol: e anche momenti molto crudi come le scene di guerriglia, i bombardamenti, l'indottrinamento...

Parecchia carne al fuoco, forse troppa... che ti fa desiderare almeno un'altra ora di film, o almeno mezz'ora!! ^_^

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L'arte del sogno

L'arte del sogno
www.artedelsogno.it/
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di Michel Gondry, con Gael Garcia Bernal e Charlotte Gainsbourg

Noi siamo della materia di cui sono fatti i sogni, e le nostre piccole vite sono circondate da un grande sonno.
William Shakespeare "La Tempesta"

Trama:

Stéphane, un giovane con velleità creative, torna a Parigi dal Messico dopo la morte del padre. Ad attenderlo la madre con la promessa di un impiego da illustratore in una piccola impresa di calendari promozionali che si rivela però essere un mero lavoro di impaginazione. Presto conosce Stéphanie, una vicina di casa, che cuce per hobby giocattoli di pezza. A poco a poco si invaghisce della fanciulla e la corteggia in un intreccio di bizzare situazioni a metà tra il sogno e la veglia. Stephane riesce ad animare le creature di Stephanie, donandogli non solo il movimento ma una vera e propria anima, e creano insieme un mondo fantastico, un sogno che prende talmente piede nella vita di Stephane che spesso stenta a riconoscere la differenza. Questo anche perchè Stephane si trovo molto più a suo agio nella sua immaginazione, nei suoi sogni dove è sicuro, forte, intraprendente che non nella realtà dove non dice o fa mai la cosa giusta. Ma la vita vera è diversa, è dura e nello scontro spesso non si esce vincitori.


Commento:

Mi rendo conto che partire dalla fine sembra stupido ma credo che sia proprio nell'ultimo incontro il momento in cui possiamo tirare le fila dell'intera storia, è il momento in cui ricolleghiamo tutte le vicende, tutti i piccoli episodi in cui Gondry ci ha mostrato le fragilità, le paure e l'inettitudine alla vita dei suoi protagonisti. Stephane si apre completamente a Stephanie in una disperata confessione sul suo senso di inadeguatezza, sul suo essere angosciato dal non potersi esprimere nell'amore ( e nella vita ) con la stessa libertà e creatività che gli riesce tanto facile nel sogno. Per tutto il film la dura realtà ( forse anche per un bisogno inconscio dello spettatore stesso di ignorarla ) è totalmente sommersa e fagocitata ( un chiaro esempio ne è la persistente presenza dei compagni di lavoro ) dal sogno e finisce per passare ( anche troppo ) in secondo piano, anzi sparisce. Doppiamente traumatico è così l'impatto con l'unico vero spazio onesto del rapporto tra i due, quello finale... che si ricollega al momento iniziale della lettera scritta in una sorta di trance da Stephane in cui lui le confessa di essere un bugiardo, per giunta attratto dalla sua amica Zoe. Quello era reale, brutale, assolutamente non romantico e fiabesco ma onesto.


La “Casualità Sincronizzata Parallela” (Parallel Synchronized Randomness) è il concetto su cui si basa l'intera architettura del film, una sorta di patto che i due protagonisti stringono creando uno spazio neutrale dove posso sfuggire la vita. Solo nel sogno riescono a rapportarsi, ad essere veramente uniti, perchè solo nel mondo che hanno creato possono essere quello che vorrebbero essere ( sul piano relazionale, emotivo e lavorativo ).
Nella realtà invece sono incapaci di gestire l'amore e la vita ( anche le loro aspirazioni lavorative sono ben altre rispetto a quello che fanno ), non riescono ad affrontare la quotidianità del rapporto ( entrambi sembrano esprimere impulsi in questo senso solo verso gli altri, Stephane nel ballo con la punkettona e Stephanie in quello alla festa ). Ci rendiamo così conto di quanto poco fisica sia stata la loro relazione, è sempre stato tutto un gioco puro, pulito, ludico e assolutamente NON reale! Si rifugiano in un mondo delle idee, un luogo incantato dove tornare bambini e dove le cose importanti sono i sogni.


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Requiem per un sogno di




Harry che chiude sua madre nello sgabuzzino. Harold. Ti prego. Non la tv un’altra volta. Ok, ok, Harry che riapre la porta, allora piantala di darmi in testa. Che si muove per raggiungere il televisore dall’altra parte della stanza. E non mi rompere. Che strappa via la spina dalla presa e stacca l’antenna a V. Sara che s’infila di nuovo nello sgabuzzino e si chiude dentro”.
Questo è l'incipit di “Requiem per un sogno”, la storia di quattro personaggi diversi, ma accomunati dalle illusioni di cui si nutrono per sopravvivere, e della loro lenta discesa all'inferno.
Le giornate di Sara Goldfarb, sono noiosamente scandite dai programmi tv e dalla routine, fino a quando viene invitata a partecipare a un quiz-show e la sua vita cambia, acquista un sapore nuovo, un senso. Adesso si sveglia ogni mattina con l'obiettivo di dimagrire per entrare nel suo bel vestito rosso. Suo figlio Harry, tossicodipendente, passa le sue giornate a fantasticare di aprire un café bohemien insieme a Marion, la sua fidanzata, anche lei eroinomane, e per finanziare l’impresa vende eroina insieme al suo amico e socio Tyrone.
Shelby Jr. ci presenta così “l’altra faccia del sogno americano”, quella cupa.Un libro scritto nel '78 che sarà sempre attuale per la generalità della tematica, il modo di affrontarla e uno stile originale di fortissimo impatto, tanto immediato da confondere il lettore su chi sia l'interlocutore, un discorso indiretto libero, che lega un flusso dirompente di parole, dialoghi, e immagini. Nessun virgolettato, né capitoli, né paragrafi, solo la suddivisione chiara e netta delle storie e la scansione dettata dal cambio delle stagioni. Se per un periodo i risultati ottenuti dai nostri quattro personaggi fanno ben sperare, l'estate e l'autunno corrono veloci e tranquilli, gli affari sembrano andare alla grande e Sara sta finalmente per entrare nel tanto agognato vestito rosso. L'inverno è alle porte e gli scopi raggiunti facilmente sono un miraggio, ci conducono solo ad un falso traguardo e la tragica realtà è dietro l'angolo.
Selby jr ci racconta una storia, di certo non nuova nei contenuti, ma realista, aspra e commovente nel descrivere le debolezze umane, l’abisso di una società preda delle illusioni e segnata dallo sfaldamento delle coscienze, senza mai scadere in falsi moralismi e ipocrisie.
Assolutamente consigliato anche il film tratto dal libro, Requiem for a dream di Darren Aronofsky, vi rimando al mio post sul film QUI.


Pulp di Charles Bukowski

Pulp di Charles Bukowski

“La maggior parte degli uomini non vivono affatto bene, semplicemente si logorano”

Nick Belane, un investigatore privato di Los Angeles, è un incrocio tra il classico personaggio bukowskiano e lo stereotipo dell’investigatore della letteratura di genere: antieroe solo, dedito all’alcool, al gioco d’azzardo e con il debole per le belle donne. Il nostro Nick, a suo dire il più dritto di LA, si trova alle prese con quattro casi davvero singolari, apparentemente separati ma che, con l’evolversi della storia, tenderanno ad intrecciarsi fra loro. Bukowski si cimenta nel più classico degli argomenti letterari, senza perdere la sua solita ironia e il suo stile dissacrante.
Bukowski, che dedica questo libro alla cattiva scrittura, è un autore assolutamente geniale e unico, i suoi personaggi sono dei semi rifiuti della società, pigri, sempre ubriachi e in cerca di facili conquiste, senza nemmeno il fascino decadente di Baudelaire o Rimbaud. Con queste premesse sarebbe facilissimo cadere in una letteratura triste e patetica, ma l'assoluta originalità di Bukowski sta nel fare dei suoi personaggi degli eroi del quotidiano, gli eroi dello sfascio, del disordine... Falliti fierissimi di esserlo in un mondo dove non possiamo essere tutti Barbie e Ken, c'è chi non cambierebbe la sua vita di whiskey e sigarette con tutto l'oro del mondo!

Moon Palace di Paul Auster


Moon Palace di Paul Auster
Marco Stanley Fogg, moderno DAVID Copperfield alla ricerca di un'identità e di un passato, racconta il suo viaggio straordinario. Un viaggio nello spazio- dai canyon tra i grattacieli di Manhattan agli sconfinati desertin dello Utah, fino alle frontiere dell'oceano Pacifico- e soprattutto del tempo. con un gusto per l'intreccio di tipico gusto ottocentesco, Fogg, orfano di un padre mai conosciuto ma eternamebnte cercato, tra coincidenze improbabili e intricati itinerari della memoria, dipana il suo mistero familiare, ripercorrendo a ritroso il proprio e altrui passato lungo l'arco di tre generazioni. (fonte)

 
Tutta la prima parte dedicata a MS Fogg è davvero interessante, densa di avvenimenti ( come poi sarà tutto il romanzo ) ma avvincente e mi ci sono ritrovata sotto diversi aspetti, ma da quando il protagonista si trova nella casa del signore anziano e si inizia il racconto di quella che è una vera e propria odissea il libro perde un po’ di mordente. Quello che adoro di Auster è come riesca a mettere un pizzico di mistero e di magia nella più normale quotidianità, come riesca a narrare di piccole vite eccezionali senza mai strafare. La storia è senza dubbio interessante, talmente densa di nomi, fatti, luoghi e personaggi che non risulta certo noiosa ma perde molto del suo fascino soprattutto perché il personaggio principale non è più l’uomo ma il caso, spesso sotto forma o collegato al denaro, mentre l’uomo viene in un certo senso relegato a burattino/spettatore per gran parte della narrazione finché alla fine del romanzo il nostro protagonista torna ciclicamente al punto di partenza ma profondamente mutato e con una consapevolezza di sé totalmente diversa.

Le parti più interessanti sono quelle “vissute”, tutto il resto è un lunghissimo racconto nel racconto ( metaletteratura? ) che a volte diventa davvero un po’ pesante. Tralasciando il poco realismo di alcuni eventi che però ho visto come un racconto favolistico bigfishano, anche perché diversamente si starebbe a criticare ogni due frasi.

La casa del sonno di Jonathan Coe

La casa del sonno di Jonathan Coe

“Ma l’arte è universale: ogni vero scrittore è un ermafrodito.”

Nei primi anni ottanta Ashdown, un edificio abbarbicato in cima a uno scoglio a picco sull'oceano, è adibito ad alloggio per universitari, e qui conosciamo uno studente di medicina, Gregory, interessato più ai disturbi legati al sonno ed ai sogni della sua ragazza, Sara, che di lei come persona. Sara è ormai stufa delle particolari attenzioni di Gregory e trova in Robert, appena arrivato al dormitorio, un amico sincero e in Veronica, una ragazza incontrata per caso in un bar, qualcosa di più. Robert si innamora perdutamente di Sara, nonostante i tentativi di Terry, studente di cinema, di fargli aprire gli occhi. Circa dodici anni dopo Ashdown è una clinica specializzata nella ricerca e nella cura dei disturbi legati al sonno. Il dottor Gregory Dudden, primario della clinica, incuriosito dall’insonnia cronica di cui soffre, senza particolari patimenti, Terry, decide di invitarlo a fare un soggiorno alla clinica. Gli spazi temporali che distaccano i capitoli ci mostrano come i destini dei personaggi, alternativamente nel passato e nel presente, si incontrano o si sfiorano solamente segnando però in modo netto ed indelebile la vita di ciascuno.

Scaricare la traccia mp3 dai video in rete


Se non avete ancora trovato questo sito o un'altra soluzione (tipo download helper/flashgot di mozilla) per scaricare la traccia mp3 dai video presenti in rete (youtube e affini), posizionate la manina del vostro cursore sull'indirizzo qua sopra e vedrete quanto è facile salvare la traccia in formato mp3 di qualsiasi video, postando il link nello spazio apposito oppure scegliere di uplodare il video dal tuo hard disk.

venerdì 17 dicembre 2010

Le situazioni di lui&lei

Le situazioni di lui&lei
Yukino Miyazawa e Soichiro Arima sono una coppia di ragazzi particolari: entrambi di comportamento distinto e buone maniere, hanno sempre ottenuto risultati scolastici fuori dalla norma grazie al loro impegno ed alle loro notevoli doti naturali. In realtà non tutto è come sembra e le motivazioni che li hanno portati ad eccellere sono profondamente diverse. Tra i due ragazzi nasce prima una competizione (da parte di Yukino) per la leadership scolastica, poi l'amicizia, i due iniziano a studiare insieme, frequentando l'uno la famiglia dell'altra, ma questo provoca nuovi squilibri tra di loro... (da wikipedia)


In genere quando si cerca di parlare di una storia d'amore ci si focalizza sulla fase, diciamo, del corteggiamento. Si racconta come due persone si incontrano, si conosco meglio, si piacciono e su tutta una serie di avversità, più o meno probabili, che attraversano per poi stare finalmente insieme, nel 90% dei casi.
Ed ecco che in genere a questo punto cala il sipario, fine della storia e vissero tutti felici e contenti, più o meno. La cosa (più) interessante di questo anime è che non si ferma a questo punto ma cerca di sviluppare anche la parte seguente, come due persone imparino in realtà a conoscersi davvero solo dopo essersi accorte di piacersi, solo dopo il mero innamoramento, come poi tutto cambia, a partire da loro stessi e di come questo processo di cambiamento sia ciclico, universale e infinito.
Vari temi più o meno scontati sono trattati nel corso delle 26 puntate (turbe adolescenziali, relazioni di varia natura, famiglia, amici, la scuola, percezione di se stessi e degli altri, la paura del futuro, dell'incertezza o della sofferenza) ma con molta ironia e sempre sdrammattizzati da disegni a tratti buffi e battute divertenti.
Non risulta mai troppo lagnoso o smieloso, o almeno non per lungo tempo. Le puntate passano abbastanza in fretta e con diversi dettagli e scelte registiche particolari, come l'uso dei colori e il bianco e nero alternato all'acquarellato e anche l'uso anche di un tratto più ridicolo. C'è da dire però che per questa storia, queste tematiche, e per lo svilupo (scarno) dei personaggi secondari, 26 episodi sono tanti e i contenuti (trama, intrecci, dialoghi) sono spesso ripetitivi, sopratutto nella seconda metà. Resta un prodotto leggero, carino, divertente e che si discosta dalle classiche tematiche dell'innamoramento adolescenziale. Godibile.

NB: carine le due citazioni a Totoro e a NGE.

Death Note

DEATH NOTE
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Un ragazzo trova casualmente un quaderno nero, il Death Note. In apparenza non è diverso da un quaderno qualunque,ma ci sono delle annotazioni molto particolari... infatti scrivendo sulle sue pagine il nome di un qualsiasi essere umano di cui si conosce il volto se ne causerà la morte entro 40 secondi, per arresto cardiaco se non è specificato altro. Light Yagami trova questo quaderno e, una volta appurato che non è uno scherzo, nasce dentro di lui il desiderio di creare un mondo senza crimini e inizia a giustiziare tutti i peggiori criminali. La catena di morti che genera insospettirà la polizia, che inizierà così ad indagare su questo strano fenomeno...


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Una trama che dalle premesse è ricca di sfumature e sfaccettature interessanti, le tematiche sfiorate (etica, morale, giustizia...) e alcuni personaggi (Light, L e tutto il mondo degli Shinigami, gli dei della morte
e veri proprietari dei quaderni dall'aspetto morbosamente inquietante) sono azzeccatissimi, ma l'appeal della storia si perde circa a metà strada, infangandosi in tematiche ripetitive e schemi sempre uguali. I disegni, così come anche i personaggi, sono piuttosto freddi e spigolosi. La storia si dipana abbastanza bene ma è praticamente basata solo sui vari colpi di scena, il resto della narrazione è piuttosto lento e prevedibile.
La seconda parte, con l'introduzione della società e di N, l'ho trovata non necessaria, ripetitiva, noiosa e forzata in più punti. Finale scontatissimo, purtroppo.

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Proteggi la mia Terra

 PLEASE, SAVE MY EARTH - PROTEGGI LA MIA TERRA

La storia di Please Save My Earth-Proteggi la mia terra ruota intorno ad una giovane studentessa, Alice, un bambino di sette anni, Rin, e altri cinque studenti che scoprono di avere dei sogni collettivi relativi ad un gruppo di scienziati alieni di stazione sulla Luna, che osservano e raccolgono dati sulla Terra.  Il manga è stato adattato in una serie di sei OAV diretti da Kazuo Yamazaki e prodotti dalla Production I.G. I sei episodi dell'anime coprono metà dell'intera storia del manga. La serie è stata pubblicata in Italia dalla Yamato Vide. (da wikipedia) 

La storia, frammentata su più livelli temporali, è originale e intrigante, tocca varie tematiche alcune più semplici, relazioni amorose, di amicizia, altre più ricercate e meno banali. I disegni li ho trovati veramente belli, più volte la regia si sofferma su immagini poetiche molto intense e anche gli sfondi, curati e dai colori caldi, non sono solo abbozzati come spesso succede. Il gruppo dei personaggi è eterogeneo e le diverse personalità si completano e si amalgamano tra di loro in un intreccio di emozioni differenti, senza contare l'intreccio prettamente personale tra i ragazzi e i loro alterego passati della Luna. La trama si dipana bene e l'introspezione dei personaggi si svela in modo intelligente nei primi 5 episodi di questi sei OAV (30 minuti l'uno circa), per poi purtroppo concludersi senza farlo davvero. Il sesto episodio è infatti un collage di flashback su alcuni episodi dell'infanzia di Scion e, oltre ad introdurre un bellissimo personaggio (Kia, il gattone qua sopra nella foto) e fornirci qualche spiegazione-approfondimento sull'ambiguo Scion, ci lascia letteralmente con l'acquolina in bocca, orfani di una degna conclusione a questa bella storia. Molti personaggi non hanno avuto abbastanza spazio negli episodi precedenti e vengono così lasciati nell'ombra, relegati a semplice sfondo mentre a ben vedere avrebbero avuto sicuramente un ruolo rilevante nello sviluppo della trama. Sarebbe stato un finale aperto, bellissimo, in previsione di una seconda "stagione" (che non c'è stata), ma a conti fatti resta solo un grand senso di imcompletezza per una storia che poteva regalarci altre emozioni ancora. Peccato, ma da vedere ugualmente.
Pare che ci sia un seguito, una sorta di Spin Off almeno per il manga, intitolato La luce della luna.

Meravigliosa la canzone dei titoli di coda, "Toki no Kioku" cantata da Seika e composta da Yoko Kanno.
 The Moment's Memory

Dexter

Dexter
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“E’ la notte giusta e ne verranno altre, altre ancora…”

PRIMA STAGIONE
Prima stagione incredibile, nessuna sbavatura, nessun passo falso, nessun anello debole… personaggi ottimamente caratterizzati e una storia a più livelli ( i casi della scientifica, l’hobby di Dex, il killer del camion frigo, i flashback del passato e le vicissitudini personali come continuity perfetta ) tutti sviluppati e seguiti molto bene. Assistiamo alla “creazione” di Dexter, l’incanalare, attraverso il codice di Harry, la sua predisposizione omicida verso una causa giusta e seguendo un rituale sempre uguale, perfetto, maniacalmente e chirurgicamente attento ad ogni dettaglio e a non lasciare alcuna prova.
Al servizio della giustizia in duplice veste, sia come "braccio" della legge sia come mente, essendo in grado di capire i suoi “colleghi”, le loro mosse, i loro ragionamenti… capirli attraverso le macchie di sangue che lasciano, come un critico d’arte studia e comprende l’animo di un pittore dalle sue tele. Perché anche l’omicidio è una forma d’arte, l’assassino esprime se stesso, la sua rabbia e il suo risentimento in ogni dettaglio: la scelta della vittima, il luogo, l’arma… Ma Dexter non è semplicemente uno studioso di questa arte, è un’artista a sua volta, forse il migliore. Almeno finché non compare per lui un rivale, il killer del camion frigo che, non solo ha una tecnica strabiliante che lo rende invidioso ma lo conosce, l’ha stanato e innesca con lui un gioco. Oltre a conoscere il suo modus operandi, ci addentriamo nel passato e nella psiche di Dex che, nonostante il suo essere perfettamente indifferente ai sentimenti umani, è tutto fuorché privo di umanità. Il codice di harry non lo spinge solo a punire i cattivi ma anche ad aiutare chi è indifeso, Rita è un chiaro esempio ma anche Jeremy, lo specchio di quello che era lui.

Michael C Hall ha un phisique du role perfetto, una fredda cordialità nei modi, nelle espressioni, persino nei sorrisi che lo rende agghiacciante alla sola occhiata. :woot: Certe battute fulminanti sono di un cinismo e di un’onestà spiazzante, empatia totale per il personaggio di Dex :wub:, adorabile sociopatico, sicuramente uno dei più geniali e originali visti ultimamente.

SECONDA STAGIONE

Il nostro Dexter si ritrova con il fiato di Doaks sul collo, ogni notte così... lo stile di vita tutto Dottor Jekill e niente mr Hyde lo sta facendo inmpazzire e non gliene va bene una, non riesce a star vicino a Rita e Deb, non riesce ad uccidere Little Chino e arriva una task force dell'FBI per indagare su di lui. Riesce a sbloccarsi confessando a Rita la sua dipendenza (peccato che sia quella falsa) e grazie a questa "bugia" trova comprensione e supporto nei tossici anonimi, tutti hanno un lato oscuro e forse c'è davvero qualcuno che può capirlo, anche se è la persona sbagliata. Dexter inizia con il suo sponsor (Laila) un percorso per accettare quello che è, senza rabbia, rancore e con tutta Miami che ha sotto gli occhi le sue azioni e lo giudica (spesso positivamente in realtà :P )... ma anche Doaks si trova di fronte i demoni del suo passato, ancora un filo conduttore che li lega e li accomuna. L'esperimento Laila è stato bello per un pò, ma a Dexter mancano Rita e i bambini, gli manca quella normalità che è ormai parte di lui, pensava fosse inconciliabile con il suo io oscuro, ma forse non è così, forse può far convivere i due mondi... Le cose sembrano davvero andare bene, ma a un passo dalla meta Doaks lo becca. E' finita, nei brevi colloqui con lui, Dex riesce finalmente ad essere sincero fino in fondo, a mettersi a nudo. Cerca di sistemare le cose prima di costituirsi, ma il destino (e Laila) ci mette il suo zampino "salvando" la situazione. Bel finale di stagione, come nella prima spalmato su tre puntate, teso e sorprendente. Ulteriore appronfondimento della personalità di Dexter e dei altri personaggi, continuity forte anche se le situazioni sono un pò meno coinvolgenti rispetto alla prima, forse perchè di fatto lo spettatore è praticamente onniscente sulle vicende questa volta.
Se devo proprio fargli le pulci, non ho apprezzato molto il finale parigino... Dexter che vola in Europa, trova Leila, la ammazza a casa sua e poi? Dove lascia il cadavere? Lo butta nella Senna? Dov'è il codice? Quei due minutini conclusivi sinceramente li ho trovati un di più non necessario, ma chiudo volentieri un occhio. ;)
[WORK IN PROGRESS]