domenica 20 marzo 2011

Mouchette

Mouchette è una ragazzina di tredici anni che vive in un piccolo paesino francese. La sua situazione familiare è molto difficile, la madre è inferma e non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto, il padre e il fratello maggiore sono praticamente inesistenti, quasi sempre ubriachi, quindi il fratellino in fasce può contare solo su di lei. Mouchette però non può contare su nessuno e anche un abuso sembra quasi un gesto d'amore.
Mouchette, ovvero storia di povertà, incomprensione, noncuranza familiare, negligenza delle autorità ed indifferenza sociale, ma anche una storia di profonda (e crudele) solitudine. Mouchette si comporta in più di un'occasione come una bestiolina selvatica, Bresson fugge da una facile empatia, potrebbe dipingerla come un piccolo angioletto ma non lo fa, la ragazzina anzi è spesso sgarbata, scorbutica e maleducata con il suo prossimo, ma se lei è comunque capace di dimostrare amore (emblematica la scena con il fratellino) non ne riceve MAI in nessuno degli ambienti in cui dovrebbe sentirsi protetta e sicura. Non a scuola dove non ha amici, non a casa dove nessuno bada a lei, dove nessuno si accorge se c'è o non c'è, non in paese dove le autorità non comprendono il suo disagio neppure di fronte ad un palese abuso, e i vicini di casa che non riescono ad empatizzare davvero con la piccola Mouchette nemmeno dopo la perdita della madre. E' vista da tutti come un caso disperato, figlia di una situazione disastrata, tollerata dal paese perchè una bambina ma ritenuta socialmente irrecuperabile.
E per chiunque si voglia approcciare al cinema di Bresson ma si figuri film particolarmente ostici o pesanti, mi sento di tranquillizzarli dicendo che a chi piace il cinema "neo-neo-realista" dei Dardenne, tanto per fare un nome tra i recenti, non può non amare Bresson e trovarlo assolutametne affascinante. Una grandissima tecnica, completamente priva di manierismi criptici, al servizio di moltissima sostanza.

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