sabato 29 gennaio 2011

About Elly - Darbareye Elly

About Elly - Darbareye Elly
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di Asghar Farhadi

Un gruppo di amici passa un week end di vacanza in una villa sul mare, una delle ragazze cerca di combinare un incontro tra un suo amico che lavora in Germania e ha appena divorziato ed Elly, la maestra d'asilo della figlioletta. Le cose sembrano andare bene, il gruppo è ben amalgamato e si diverte, ma un pomeriggio, improvvisamente, Elly svanisce nel nulla, forse presa dalle acque, forse allontanandosi volontariamente... Le ricerche sembrano vane... Il film inizia come una ipotetica commedia romantica in salsa iraniana, per poi trasformarsi quasi in un "thriller" psicologico o, come dicono nel trailer in modo ancora più appropriato, in un noir a tinte fosche.

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Questo film è un mezzo innovativo, non stereotipato, non pedante e didascalico per mostrare e riflettere sulla società iraniana odierna, sopratutto sulle nuove generazioni, su quella fascia di giovani trentenni che vivono a metà tra la modernità e una società ancora fortemente influenzata della cultura teocratica. Imprescindibile in questo senso non riflettere anche sulla figura e sul ruolo della donna nell'Iran di oggi, donne molto vicine alla rappresentazione fatta a suo tempo con Persepolis, donne forti, colte, emancipate e alla pari con gli uomini della loro generazione ma in fondo ancora oppresse o comunque limitate nei gesti, nelle azioni e nei sentimenti dal loro status femminile. Emblematica la borsa di Louis Vuitton più volte mostrata nel corso del film, chiaramente una borsa non è indicativa della condizione femminile (ed è proprio questo che il film vuole sottolineare) ma ci fa capire che, anche se le cose chiaramente stanno cambiando, trovare il modo di far convivere e adattare le proprie tradizioni alla modernità, soprattutto quando sono così radicate nella società, è un lavoro sia individuale che collettivo.

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Questo gap per raggiungere l'uguaglianza che ancora manca è mostrato chiaramente nel film, nella prima parte, quando le cose vanno bene, il gruppo di amici non sembra molto diverso da un gruppo di coppie sposate europee che trascorrono qualche giorno di villeggiatura insieme, ridono e scherzano senza timori o tabù particolari, non si avvertono sottomissioni o reminescenze patriarcali, i riferimenti alla religione sono quasi inesistenti. Poi però le cose smettono di andare bene e, in un attimo, il film sfocia in un intreccio di sensi di colpa passati da una persona all'altra alla ricerca di una spiegazione per quello che è successo, una spiegazione che li scagioni tutti da un'onta morale ed etica che la società iraniana non potrebbe accettare, un'onta che pesa soprattutto sulle spalle delle donne.

Regia e messinscena minimalista, essenziale ma non sciatta. Buone le prove del cast, bella fotografia e scelta della location appropriata per azzerare le aspettative stereotipate dello spettatore che si trova di fronte ad un film iraniano che fa autocritica in un modo originale e accattivante, senza cadere nei soliti clichè.

"Un finale amaro è meglio di un'amarezza senza fine."
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DVD
Non lo possiedo ancora, ma solo perchè costa ancora parecchio ed essendo una amaray singola, non voglio spenderci più di sei sette euro. Spero in qualche 3x2 da blockbuster, anche usato tanto dubito che sarà consumato dalle visioni. La scheda di dvdstore riporta audio sia italiano che persiano (2.0 Stereo Dolby Digital - il doppiaggio non è male) e sottotitoli in italiano per non udenti. Come extra le solite fuffe di galleria fotografica e trailer.

Produttore PFA
Distributore Sony Pictures
Anno pubblicazione 2010
Area 2 - Europa/Giappone
Codifica PAL
Formato video 1,85:1 Anamorfico

Trailer

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