di Gus Van Sant
Dopo l’inaspettato successo di “Drugstore cowboy” Gus Van Sant si trova con fondi sufficienti per finanziare un altro progetto. E’ indeciso tra la trasposizione cinematografica del ritratto in chiave moderna del ribelle principe Hal dell’Enrico IV di Shakespeare e un film verità ambientato a Portland sui ragazzi che si prostituiscono, finché si rende conto che non è affatto obbligato a scegliere.
Portland, Mike Waters (River Phoenix) e Scott Favor (Keanu Reeves) sono due amici che vivono per strada e si prostituiscono. Mike è un ragazzo narcolettico senza punti di riferimento, Scott fra poco avrà ventun’anni ed erediterà dal padre, col quale ha un rapporto molto conflittuale, un’immensa fortuna, ma considera il vecchio e grasso Bob Pigeon (William Richert) come una guida e un padre più del suo stesso padre. Nonostante il rapporto tra di due sia altalenante fino all'ultimo, come tutti i rapporti di Scott, il quale non si lega veramente a nessuno. In tutta la parte che si svolge a Portland, dalla grande casa abbandonata dove i ragazzi vivono, dalle inquadrature dei ragazzi illuminati dai fari delle auto, ai vestiti di Mike e ai suoi ricordi sfocati dell'infanzia si notano moltissimi richiami, moltissime citazione di quella perla di film che è "Midnight cowboy - Un uomo da marciapiede".
I due partiranno presto alla ricerca della madre di Mike in un viaggio ricco di strani incontri, protagonista di uno dei quali è uno spettacolare Udo Kier nel ruolo dell’eccentrico Hans, che li porterà fino in Italia. Tutte le scene di sesso di questo film (che in pratica sono due) sono filmate come se fossero una serie di fermo-immagine anche se in realtà sono gli attori a restare completamente immobili mentre vengono ripresi.
Un viaggio che cambierà per sempre la vita dei due protagonisti perché, se a Roma Mike non riuscirà a trovare sua madre, Scott invece incontrerà Carmela (Chiara Caselli) e la porterà con sé negli Stati Uniti, abbandonando, di fatto, Mike, perennemente in bilico tra la cruda realtà della sua vita e il sogno forzato dalla malattia, ci regala le immagini più poetiche e necessariamente oniriche del film, senza contare gli indimenticabili momenti alla "faccia da c***o". (gli smile,uno dei suo marchi di fabbrica)
Ovviamente, a parte il lato affettivo, e restando nell'ambito di un'analisi razionale, trovo la TRAMA originale e ben sviluppata lungo il film, senza creare il vuoto tra i momenti cardine della storia, che, pur essendo cruda e persino crudele a volte (la scelta finale di Scott, fondamentalmente Scott non si lega a nessuno, non ha bisogno di nessuno anche se non tiene conto del fatto che alcuni invece hanno bisogno di lui) non ti lascia veramente con l'amaro in bocca perchè, anche se ovviamente non concede l'happy end (ci mancherebbe), Gus Van Sant non pone mai i suoi personaggi su un piedistallo, non cerca di insegnare qualcosa, non risponde a nessuna domanda, non dà soluzioni anzi dissemina il film di questioni irrisolte, a partire da tutte le relazione instaurate tra i personaggi e tra i protagonisti stessi.
**SPOILER**
Il rapporto Scott-Bob è altalenante e controverso dall'inizio alla fine, il rapporto col padre di certo non si sana o risolve ma il padre semplicemente muore, poi quello di Mike e il "fratello" che si regge a malapena finchè non si dice la verità, Mike e la madre naturalmentem con la quale non si ricongiunge, Mike sempre tra il sogno e la veglia, mai davvero da una parte sola, il rapporto tra Scott e Mike che si interrompe senza un vero addio, anche se il distacco è nettissimo al doppio funerale... Nessun nodo si risolve veramente, è questo che amo. E' un ritratto nudo e poetico (estremo certo) della vita e dei rapporti umani.
CURIOSITA’:
River Phoenix vinse la Coppa Volpi a Venezia per questa interpretazione.
Alcuni dei ragazzi che raccontano le proprie vicende nel bar-ritrovo facevano veramente “la vita” e le storie narrate sono reali fatti personali.
Flea dei Red Hot Chili Peppers fa una piccola parte in questo film.
Jim Caviezel, futuro Gesù Cristo in The passion, è qui al suo primo ruolo come comparsa.
Nella parte ambientata a Roma, c'è un momento inconsapevolmente TRASH del film, vediamo se riconoscete il ragazzo che si intravede dietro la spalla di Mike-River:
Se proprio non vi viene, ve lo dico io, è Massimo Di cataldo, il cantante... per chi ancora se lo ricorda. Non ci credete? Controllate pure i credits del film. Non lo trovate? Beh allora non avete scuse perchè ve lo posto io:
DVD:
Che sappia io sono uscite tre versioni che, pur essendo apparentemente identiche nei contenuti, differiscono per la copertina e per lo spazio interno riservato ai due dischi; il mio seguente “commento tecnico” si riferisce ovviamente solo al dvd da me acquistato, di cui riporto la foto.
SCHEDA TECNICA:
formato video: 1.85:1; audio: Dolby digital 5.1 (italiano, inglese); sottotitoli: Italiano, inglese
EXTRA:
Disco1: il trailer originale (oltre al film),
Disco2:
le scene tagliate, pessima qualità audio/video;
il making of;
bel documentario intitolato I re della strada;
conversazioni, un dovuto omaggio a River Phoenix con interviste alla sorella Rain e a Laurie Parker;
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