giovedì 11 novembre 2010

La montagna sacra

La montagna sacra

di Alejandro Jodorowsky
Messico 1973
con Alejandro Jodorowsky, Horacio Salinas, Ramona Sanders, Valerie Jodorowsky




Jodorowsky è un uomo che ha avuto (e ha tutt'ora) moltepli interessi e una cultura artistico-folkloristica immensa, tutto questo si riflette nei suoi film insieme al suo bagaglio familiare ed emotivo. Per questo i suoi film non possono essere facili o immediti, sono "densi" in un modo che me lo fa paragonare ad una versione barocco-allegorica del cinema di Bergman, pur essendo i due cineasti profondamente differenti nella resa.


Trama de La Montagna Sacra:
La Montagna Sacra è un lungo iter che potremmo idealmente suddividere in tre parti. La prima, durante la quale il protagonista, il ladro, si sveglia dal suo torpore e prende coscienza di sè e della società odierna in tutte le sue sfaccettature, ne impara la storia cruenta e ne assimila tutti i "valori" (la violenza fisica e psicologica, lo sfruttamento delle persone e della religione, la perversione, l'ipocrisia, la sete di denaro).
Nella seconda il ladro si reca nella torre dell'Alchimista che gli insegna a liberarsi del suo passato, a trasformare letteralmente la merda (quello che il nostro corpo produce, tutte le scorie frutto appunto del nosto passato comune, della nostra società malata e perversa) in oro, attraverso un metafisico-alchemico. Una volta liberato di questo è pronto a conoscere altri sette adepti provenienti da tutto l'universo che, come lui, sono ladri e ognuno simbolo dei mali peggiori che affliggono l'umanità. Tutti devono abbandonare il proprio passato per essere pronti alla scalata della Montagna sacra, sconfiggere i saggi e, prendendo il loro posto, conquistare l'immortalità.
E la terza è, finalmente la scalata della montagna, non priva di prove da superare, tentazioni, attraverso un ricongiungimento mistico-sciamanico con la natura e con il proprio io interiore che esula dall'immagine esterna, le nostre paure e i nostri incubi peggiori. Ma quanto conta in realtà la meta? Quanto conta il percorso? Estiste una vera meta o il tragitto non ha una fine?



Commento al Film La Montagna Sacra: (da leggere solo dopo la visione)

I rituali sono sicuramente al centro de "La Montagna sacra", proprio a partire dall'intro che vede un officciante spogliare due ragazze di tutti i simboli che le legano alla società (trucco, vestiti, capelli) per liberare lo spirito. Metafora di quello che accadrà al "ladro" nel corso della pellicola, un lungo iter di scoperta e comprensione che potremmo idealmente suddividere in tre parti.
La prima, durante la quale il protagonista, il ladro, si sveglia dal suo torpore e prende coscienza di sè grazie al suo lato mostruoso, il suo doppio, l'indio nano e storpio. Insieme raggiungono una città, una classica cittadina latino-americana soggetta a dittatura militare della fine degli anni 70, e della degradata società odierna in tutte le sue più basse sfaccettature, ne impara e assimila tutti i "valori". La violenza dei militari che sparano sulla folla, l'omertà ipocrita dei borghesi, il tutto rappresentato in modo del tutto surreale e attraverso immagini oniriche (dalle persone uccise non sgorgano fiotti di sangue ma colori, caramelle, uccellini) che rendono comunque la crudezza e la crudeltà della situziona che si sta vivendo. Il tutto viene ripreso da una comitiva di turisti nordamericani, simbolo della noncuranza e della mancata comprensione della politica estera da parte dei cittadini americani e occidentali in generale, che prendono tutto quello che succede davanti ai loro occhi come una nota folkloristica che fa parte del paesaggio, fa da sfondo colorato alla loro vacanza.
Dopo aver ripercorso il cammino della storia del paese, sulla piazza il ladro e l'indio ottengono una parte ne Il "Grande Circo dei Rospi e dei Camaleonti" che mette in scena la sanguinosa conquista del nuovo mondo, Jodorowsky affronta una rilettura critica della religione Cristiana, pone il ladro al centro di questa rilettura, come Gesù Cristo, un uomo che diventa attraverso il suo sacrificio, un simbolo, ma che viene, suo malgrado, sfruttato più per la sua immagine più che per il significato che quella immagine (la crocefissione) rappresenta. Ma il ladro non accetta questa visione, si ribella, distrugge le immagini tranne una, continua il suo viaggio attorniato da 12 apostole prostitute che riconoscono in lui il "messia", mentre il prete lo scaccia come eretico, e libera finalmente l'immagine da questa terra che non è riuscita a comprendere il vero messaggio, facendola volare in cielo con dei palloncini.

Nella seconda il ladro si reca nella torre dell'Alchimista (lo stesso Jodorowsky) che gli insegna a purificarsi, liberarsi del suo passato, a non esserne più schiavo, a trasformare letteralmente la merda (quello che il nostro corpo produce, tutte le scorie frutto appunto del nosto passato comune, della nostra società malata e perversa) in oro, attraverso un percorso metafisico-alchemico. Una volta liberato affronta diverse prove è pronto a conoscere altri nove adepti provenienti da tutto l'universo che, come lui, sono ladri e ognuno simbolo dei mali etico-politico-militari peggiori che affliggono l'umanità, rendendola schiava e omologata, simboli che sono stati tristemente precursori di una realtà che è, ad oggi, sotto gli occhi di tutti.
Tutti devono abbandonare il proprio passato, la propria immagine malata e corrotta (tutte le rispettive immagini-manichini vengono catarticamente bruciate) per essere pronti alla scalata della Montagna sacra, sconfiggere i saggi e, prendendo il loro posto, conquistare l'immortalità.
E la terza è, finalmente la vera scalata della montagna, non priva di prove da superare, le false tentazioni di raggiungere la vetta (l'obiettivo) con un mezzo facile, attraverso un ricongiungimento mistico-sciamanico con la natura e con il proprio io interiore che esula dall'immagine esterna. Ed è proprio lo scontro con se stessi, con le più intime paure, l'ultima prova da affrontare, prima dello scontro finale con i saggi che si vedono già in lontananza. Assistiamo così ai sette macabri incubi, frutto del subconscio dei sette compagni di viaggio del ladro che non avrà la propria visione e non è destinato all'immortalità ma alla vita reale. L'Alchimista benedice la sua unione con una delle prostitute che, devota, l'ha seguito fino a quel punto e lo elegge suo successore, il nuovo Alchimista, pastore del popolo e nuova guida della società.
Così, mentre il nuovo Alchimista si allontana con la donna, i sette compagni raggiungono la cima e...

"Vi promisi il Grande Segreto e non vi deluderò. Questa è la fine della nostra avventura? No, niente ha fine. Venimmo alla ricerca dell'immortalità per essere dèi, ed eccoci qui, mortali, più umani che mai. Se non trovammo l'immortalità almeno trovammo la realtà. Incominciammo in una favola, abbiamo trovato la vita. Ma, questa vita è realtà? No è un FILM. Zoom indietro!!"
Ed è così che la mdp indietreggia scoprendo la finzione filmica, le luci, gli adetti ai lavori e tutte le alte impalcature. Jodorowsky sancisce la supremazia del percorso personale dentro se stessi sulla meta dell'immortalità, perchè non c'è un obiettivo solo, un premio, la vera vittoria è la vita in tutte le sue componenti, il quotidiano ma liberi delle costrizioni e dei falsi valori.


Recensione Tecnica al Dvd de La Montagna Sacra: 9
Disponibile da Fnac nel Cofanetto a 4 Dvd che consiglio caldamente a meno di non avere già uno dei altri dvd sfusi.
Disponibile da Fnac Versione Singola

Il dvd è uno dei 4 compresi nel Cofanetto dedicato a Jodorowsky (insieme a Fando y Lis, El Topo e il documentario La constellation Jodorowsky) buonissimo il comparto audio-video, tra tutti i dvd questo è sicuramente il caso in cui il restauro ha fatto veri miracoli (vedere il documentario sul restauro per credere, i frame non rendono giustizia e sono ridotti). Nonostante le semplici amaray classico stile rarovideo anche l'artwork è curato e c'è un piccolo booklet all'interno di ogni disco.

Extra
-commento audio del regista, al solito, interessantissimo, esplicativo e divertente, consigliata la visione meglio se subito dopo (o vicina) alla visione del film,
- documentario "The Tarot" (8min), in cui Jodorowsky ci spiega come è nato e si è sviluppato il suo interesse per i tarocchi, il loro significato e l'utilizzo simbolico che ne fa nelle sue pellicole;
- documentario sul restauro miracoloso, anche commentato questa volta, dai vari collaboratori che hanno dato nuova vita (colore ;) ) alla pellicola, sotto la supervisione dello stesso regista;
- intervista a Mario Sesti
- photogallery
- trailer

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