Piano, solo
di Riccardo Milani
Di solito il biopic vero e proprio è roba da americani e da noi è relegato alle fiction tv. Il biopic è terreno ostico, la cosa veramente difficile è rendere "reale" un personaggio vero. Sembra un controsenso, ma in realtà è proprio così.... alle volte eni biopic si tende ad incensare troppo il protagonista rendendolo un eroe senza macchia, in cui è difficile specchiarsi, altre volte si porta all'estremo la drammaticità di una vita, si punta tanto sui sentimenti che quasi non si riesce ad empatizzare con cose successe veramente perchè sembrano finte, sembrano fatte apposta, talmente siamo abituati a vedere la soffferenza propinata in ogni dove come un perenne ricatto morale. Mi sento così di segnalare questa piccola mosca bianca, questo film delicato che riesce bene a bilanciare storia ed emozione, musica e immagini.
Prima di tutto, voglio sottolineare che la bella e triste storia di Luca Flores è supportata da un ottimo cast. Grande prova di Stuart che ci fa conoscere Luca a poco a poco, affidando il suo malessere interiore agli sguardi, ai silenzi, a fugaci espressioni... si ha la sensazione che Flores sfoghi la continua tensione interiore nel suo strumento, nello scorrere continuo dei tasti del pianoforte seguendo uno spartito. Inizialmente Luca ci appare come una persona chiusa, molto introspettiva, con uno spettro emotivo molto chiuso, forse le sue sensazioni, le sue gioie ( ma anche i suoi dolori ) sono incanalati e limitati dalla rigida disciplina classica ( gli spartiti un pò come delle rotaie emotive da seguire ) e sarà l'incontro con il jazz a far esplodere dentro di lui l'amore, la passione ma anche a far uscire i fantasmi del passato, il dolore... quel senso di colpa infantile mai superato che lo porta a distruggere sistematicamente ogni rapporto ( familiare come di amicizia come la relazione d'amore con Cinzia ). Troppo impegnato a pensare ai morti per accorgersi dei vivi che lo amano e lo vogliono aiutare.
Brava Jasmine Trinca, uno sguardo davvero dolce e intenso, ma sento che la ragazza ancora non ci sta dando tutto... è una sensazione più che altro, sento che c'è qualcosa di più! Cortellesi niente affatto male anche se la sua mi sembra una recitazione a volte troppo "mimica". Che dire della Ceccarelli, a me piace molto ma non la vedo spesso in ruoli di rilievo. Sempre grande Placido, a prova del fatto che non esistono piccoli ruoli ma solo piccoli attori e c'è chi, come Placido, riesce a delineare un personaggio e a farci empatizzare con esso avendo a disposizione poche scene, poche battute! Grande parte nel film ha anche l'uso della fotografia, un film su un viaggio interiore che però non si rinchiude in angusti interni ma si esprime nel parallelo tra le cupe atmosfere romane e il sole, la luce accecante del viaggio in Africa, che sembra quasi catartico e invece sarà solo un tassello del puzzle di dolore e della consapevolezza della fine, ma anche la fredda lucidità di smettere prima...
Due parole sulla bellissima colonna sonora, assolutamente da recuperare il lavoro di Flores e poi il tema ricorrente è l'incipit di "Angela" di Luigi Tenco ( solo pianoforte )... alle prime note stavo per svenire, la ciliegina perfetta sulla torta ( ma ciliegina assolutamente personale e soggetiva ) che mi ha fatto davvero innamorare di questo film insieme al piccolo "cameo" di Chet Baker..
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