sabato 13 novembre 2010

Paranoid Park

Paranoid Park
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di Gus Van Sant.
Con Gabe Nevins, Dan Liu, Jake Miller, Taylor Momsen, Lauren Mc Kinney, Olivier Garnier, Scott Green.


Tratto dal romanzo omonimo di Blake Nelson, il film parla di Alex , un sedicenne che, un giorno, segue un amico a Paranoid Park, luogo malfamato della città in cui si confrontano i più abili esperti in materia di skateboard. Una notte, proprio presso il parco, ad Alex capita un "incidente" che gli cambierà la vita o.... forse no....Gus torna a parlarci di adolescenti e torna a Portland. Ritratto di una gioventù allo sbando e senza guida, un monito per i genitori in primis ma per tutta la società...
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I riflettori sono puntati tutti su Alex, emblema della gioventù annoiata e desensibilizzata, con il suo sguardo perennemente vuoto, vacuo, come spinto a guardare qualcos'altro, forse alla ricerca di qualcuno che lo veda davvero e riesca a guardarlo attraverso la sua normalità, qualcuno che riesca a capire. Attorno ad Alex prolifera la superficialità in tutti i rapporti sociali, sia con gli amici e le ragazze, in cui svolge un ruolo principalmente passivo, ma anche in famiglia... le figure dei genitori sono pressochè di cartone (ripresi di spalle, tagliati dall'inquadratura, sfocati), troppo presi dai loro problemi e da loro stessi, la loro preoccupazione è finta, la loro presenza inesistente. Ed è ad Alex infatti che il fratellino stressatissimo si rivolge in cerca di un pò d'attenzione, mosso dal bisogno disperato di qualcuno che lo ascolti per cinque minuti. Il ritratto familiare non è molto dettagliato, ma perchè non servono molti particolari per inquadrare la situazione, Alex non è certo un disadattato o uno sbandato, ma questo non lo rende un ragazzo felice. Non c'è niente che riesca a smuoverlo, a dargli un pò di adrenalina... anche durante il salto sul treno in corsa non lo vediamo esaltato o impaurito, non c'è niente che lo colpisca davvero, che lo faccia sentire vivo.
Nemmeno il rapporto assolutamente asimmetrico (fisicamente ed emotivamente) con la fidanzata Jennifer (la Taylor Momsen di Gossip Girl, unica attrice professionista) sembra svegliarlo dal suo torpore.
La noia, la confusione, la voglia di fare qualcosa spinge questi giovani verso Paranoid Park, come un gregge informe di anime che non sa bene quale sia il suo ruolo. E qui ha luogo la tragedia...Ma cosa cambia nella vita di Alex, talmente chiuso da non lasciar trapelare niente, con nessuno. C'è solo la speranza di poter cancellare tutto, come fosse un brutto sogno. Lavare via tutto sotto la doccia...

"A notte fonda sono tornato a casa di Jared. Mi sono dovuto cambiare, ERO LURIDO... "
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Bellissime le immagini amatoriali degli skaters che volteggiano e divengono così come delle coreografie... i movimenti vengono accentuati a volte dal rallenti e gli attori sembrano quasi ballare... In queste e molte altre scene durante il film il silenzio ed anche i dialoghi vengono sovrastati dalla musica, che, stranamente, ha un ruolo centrale in questo film di Van Sant, tra le citazioni di Nino Rota (Giulietta degli spiriti) e alcune canzoni di Elliot Smith, cantautore con cui Gus aveva già collaborato in passato (per Will Hunting), musica spesso con un ruolo straniante rispetto alle immagini, musica che accentua e sottolinea lo stacco netto tra quello che il protagonista prova o mostra di provare e quello che gli accade intorno.

La storia di Paranoid Park la si potrebbe tranquillamente riassumere in poche righe ma una delle cose che rende il film interessante è il taglio dato alla vicenda, il montaggio, il continuo flash back-flash forward che ci fa entrare-uscire continuamente dalla vicenda. In Elephant questa tecnica era portata all'estremo, la continua ripetizione di immagini sempre uguali era funzionale al riproporcele, fondamentalmente uguali, ma con piccole differenze di prospetttiva per darci un quadro completo di tutti i protagonisti. Tutti vivevano la stessa storia, chi con lucida coscienza e chi totalmente inconsapevole. In questo caso, Alex è il solo protagonista e noi assistiamo proprio all'evolversi del suo viaggio interiore, le sue reazioni a quello che gli è successo, ma vi assistiamo ricongiungendo i pezzi di questa storia, i dettagli, man mano come un puzzle. Un pezzo alla volta.

Dvd

Sul comparto video-audio (italiano, DTS 5.1 - inglese, DTS 5.1) non ho nulla da dire, nitido e pulito. A parte il solito trailer, fra gli extra, interessanti c'è un simpatico making of (sui 25 minuti) e un mini-documentario in francese con sub ita, Dentro il Labirinto (23 minuti) che ripercorre tutta la filmografia di Gus (Milk a parte, ovviamente :P) e le sue tematiche predilette. Spendo due parole sul fantomatico "LIBRO" che, non è il libro di Blake Nelson (come mi aspettavo -_- ) ma è la sceneggiatura del film con una introduzione di Paolo Mereghetti, che devo ancora leggermi. :P Quindi per chi era interessato all'acquisto oltre che per il film, anche per il libro, tenga presente cosa va a comprare perchè, guardando i vari siti, l'edizione semplice amaray sembra avere gli stessi extra.
La confezione si presenta come il classico cartoncino per i digipack con all'interno, uno slim digipack e il volumetto della sceneggiatura, artwork carino anche se non si sono proprio ammazzati di fatica.

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