domenica 12 dicembre 2010

Dancer in the dark

 Dancer in  the dark

Selma è una giovane immigrata che dalla Cecoslovacchia è arrivata negli Stati Uniti, insieme al figlio Gene. Selma, però, è affetta da una grave malattia agli occhi che la sta rendendo, a poco a poco, completamente cieca, impedendole di lavorare e di dedicarsi alla sua grande passione, i musical hollywoodiani. Proprio la musica ed il ballo, infatti, sono per Selma l'unica via di fuga dalla realtà, dei sogni isolati all'interno dell'incubo della sua vita.  (trama da wikipedia, dai... è paccoso scrivere le trame, lo faccio sempre di solito, ma stasera proprio non mi va.)
Dancer in the dark è un film estremamente drammatico, fastidiosamente drammatico aggiungerei. Da metà film in avanti la vicenda di Selma diventa (esattamente come quella di Beth ne Le onde) un vero e proprio calvario, un calvario autoinflitto, non voluto ma subito dalla stessa Selma...
you just did what you have to do...
...la sua cocciutaggine è quasi frustrante per lo spettatore, lei avrebbe la via d'uscita a portata di mano, pagare l'avvocato e dire la verità eppure Selma si rifiuta ogni volta perchè è il sacrificio la chiave di volta, sacrificarsi per espiare un atto di egoismo. Come Beth si sacrifica per il bene di Jan, dopo aver chiesto a Dio di riaverlo a casa in un atto di egoismo (quindi causando il suo incidente), allo stesso modo Selma sacrifica la sua esistenza e la sua vita per espiare l'atto di egoismo di aver voluto un figlio pur essendo consapevole di condannarlo a un futuro di cecità. Nessuno attorno a lei capisce quanto sia importante per lei garantire a Gene un futuro diverso dal suo, anche al punto di privarlo della sua stessa madre, sono tutti spinti a proteggerla anche da se stessa, da quella che percepiscono come debolezza, ingenuità, stupidità (proprio come per Beth) e non comprendono che quella è la forza della sua determinazione.

Salvandola dalla prigione la condannerebbero a una vita di infelicità, perchè questo, nonostante le apparenze, è un lieto fine per Selma, è il suo personale happy end e, quando tutto si fa difficile Selma inizia a sognare ad occhi aperti, inizia a pensare di essere in un musical, inizia a ballare e cantare... ed è con questo epediente che VT riesce a stemperare ed accentuare allo stesso tempo la drammaticità di alcune scene, finale su tutte.Ad oggi non riesco ancora a capire quale mi piace di più tra Dancer e Le Onde, a volte sono sicura di uno, poi dell'altro... ancora non lo so. :P
 

Ps-curiositàfrega1cazzoanessuno: il giudice durante il processo si chiama A.D. Mantle (che era anche il nome del morto ne Le Onde del destino), che è un amico e collaboratore di VT. :lol:

Ps-curiositàfrega1cazzoanessuno2: Udo Kier fa il cameo del dottore. :wub:

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