Lo straniero
di Luchino Visconti
di Luchino Visconti
1936 Algeri. Vediamo Meursault ( Marcello Mastroianni ) fare l'ultima visita alla salma della madre, ricoverata in un ospizio. Fin dalle prime immagini ci accorgiamo di come sembri indifferente a ciò che lo circonda, senza amore e senza odio...
Niente sembra penetrare veramente il suo animo nè la relazione amorosa con Marie (Anna Karina), un'ex collega di lavoro, nè la testimonianza che fa, in favore di un suo amico, nonostante abbia assistito al pestaggio di cui si era macchiato ai danni di una ragazza araba.
Quando alcuni arabi li seguono, durante una vacanza al mare, per vendicarsi e li assalgono.... Meursault, per scongiurare una tragedia, sottrae la pistola all'amico ma in seguito, per uno strano svolgersi di eventi è lui a sparare e a uccidere uno dei ragazzi arabi.
Arrestato il suo stato d'animo non cambia di una virgola, è perfettamente indifferente alla reazione degli altri, all'indignazione del procuratore per i suoi gesti e il suo comportamento privo di rimorsi, indifferente alla preoccupazione e al dolore di Marie... ai tentativi di scagionarlo degli amici, visto che non fa niente per ingraziarsi il giudice.
Durante il processo non è tanto il delitto su cui fa presa l'accusa, quanto sulla sua indifferenza e l'insensibilità verso la perdita della madre... sul suo comportamento freddo, menefrighista e inumano... ( ripensandoci il rafreddamento della sala forse era dovuto ad un processo di empatizzazione dello spettatore alla freddezza del personaggio! )
Il suo comportamento gli vale la condanna a morte... ed è adesso, di fronte alla morte, che Meursault sembra risvegliarsi, adesso ha paura, ma poi assistiamo al superamento della paura...
Cosa dovrebbe essere? L'accettazione della morte o il raggiungimento della totale indifferenza? Ma se è la seconda come si spiegano quelle parole finali sulla speranza di suscitare l'odio nella gente condite da quel ghigno sardonico e, soprattutto, da quella lacrima che scende... Un film da rivedere...
Cosa dovrebbe essere? L'accettazione della morte o il raggiungimento della totale indifferenza? Ma se è la seconda come si spiegano quelle parole finali sulla speranza di suscitare l'odio nella gente condite da quel ghigno sardonico e, soprattutto, da quella lacrima che scende... Un film da rivedere...
Un sorriso me lo ha strappato l'entrata in scena di Bruno Crémer nella parte del prete, appena entrato ho pensato " azzo c'entra Maigret? è arrivato a risolvere il caso?"
Un film da rivedere per fugare dubbi e avere chiarimenti e per sbilanciarmi su un possibile nove, assolutamente consigliato!!
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