Pulp di Charles Bukowski
“La maggior parte degli uomini non vivono affatto bene, semplicemente si logorano”
Nick Belane, un investigatore privato di Los Angeles, è un incrocio tra il classico personaggio bukowskiano e lo stereotipo dell’investigatore della letteratura di genere: antieroe solo, dedito all’alcool, al gioco d’azzardo e con il debole per le belle donne. Il nostro Nick, a suo dire il più dritto di LA, si trova alle prese con quattro casi davvero singolari, apparentemente separati ma che, con l’evolversi della storia, tenderanno ad intrecciarsi fra loro. Bukowski si cimenta nel più classico degli argomenti letterari, senza perdere la sua solita ironia e il suo stile dissacrante.
Bukowski, che dedica questo libro alla cattiva scrittura, è un autore assolutamente geniale e unico, i suoi personaggi sono dei semi rifiuti della società, pigri, sempre ubriachi e in cerca di facili conquiste, senza nemmeno il fascino decadente di Baudelaire o Rimbaud. Con queste premesse sarebbe facilissimo cadere in una letteratura triste e patetica, ma l'assoluta originalità di Bukowski sta nel fare dei suoi personaggi degli eroi del quotidiano, gli eroi dello sfascio, del disordine... Falliti fierissimi di esserlo in un mondo dove non possiamo essere tutti Barbie e Ken, c'è chi non cambierebbe la sua vita di whiskey e sigarette con tutto l'oro del mondo!
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